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La piccola azienda ... |
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Il Commercialista non basta più |
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L'imprenditore non è più solo! |
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Il novanta percento delle aziende italiane ha meno di dieci dipendenti (familiari compresi). I titolari di quelle aziende - diventati imprenditori grazie all’intraprendenza (ed anche a momenti economici migliori di quelli attuali) - gestiscono le loro aziende con il buon senso e l’esperienza maturata nel tempo: qualità non più sufficienti in un mercato sempre più complesso come quello attuale. Tanto meno quando si guarda al futuro.
Fagocitati dai problemi della routine quotidiana, tali imprenditori non hanno tempo per occuparsi adeguatamente e con idonei strumenti, del controllo puntuale della gestione corrente; ancor meno, per pianificare lo sviluppo futuro.
Raramente essi sanno interpretare i bilanci che prepara il commercialista e quindi non traggono vantaggio dalle preziose informazioni che il bilancio potrebbe fornire, al di là dei numeri nudi e crudi. Questo significa non riuscire a prevenire alcunché, ma porre rimedio ai problemi solo quando ormai sono emersi clamorosamente. Infatti, gl’imprenditori in argomento gestiscono le attività in modo reattivo, rincorrendo ogni giorno problemi su problemi, fino a che l’esercizio annuale giunge al termine. E i risultati che essi conseguono, soprattutto negli anni 2000, risultano sempre inferiori agli affanni ed alle energie spese (rischiando talvolta la sopravvivenza).
Infine, va anche detto che il volume d’affari della piccola azienda non permette la disponibilità di risorse umane idonee, da dedicare espressamente alle attività di pianificazione e controllo, per supportare la decisionalità dell’imprenditore.
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Quando si scende nella pratica, sono davvero pochi i commercialisti che hanno la conoscenza di come oggi si deve gestire, passo, passo la piccola impresa. Ma nessuno di loro può allargare l’attività sempre più appesantita dalle complicazioni fiscali, anche perché … fa un altro mestiere.
Il commercialista vive di contabilità (di “dati morti” perché registrano fatti già avvenuti) e il bilancio redatto per il Fisco è ermetico per il piccolo imprenditore. Invece l’imprenditore, oggi - se vuole sopravvivere - deve nutrire la propria decisionalità con previsioni e progetti proiettati nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
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